02 Dic “Constructed wetlands”, la depurazione biologica naturale per lo smaltimento delle acque reflue
Ragusa 02/12/2021
Si è svolto ieri nella sede del CoRFiLaC a Ragusa il seminario dal titolo “La fitodepurazione per la gestione sostenibile delle acque reflue provenienti dalle produzioni lattiero-casearie”.
L’incontro rientrava nell’ambito progetto TPCbIAS Tradizioni Produttive Casearie a basso Impatto Ambientale da spillare Misura 16.1 del PSR 2014-2022, di cui è capofila il CSEI Catania e partner scientifico il Consorzio di Ricerca sulla Filiera Lattiero-Casearia di Ragusa (CoRFiLaC).
Il progetto, lo ricordiamo, si pone tra gli obiettivi quello di mettere a punto efficaci sistemi di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue prodotte dalle piccole aziende lattiero-casearie. Ad oggi, infatti, le aziende di questo settore producono elevati quantitativi di reflui rappresentati soprattutto dalla scotta, dal siero e dalle acque di lavaggio che, prima di essere smaltite nell’ambiente, necessitano di un trattamento di depurazione in modo da produrre un effluente compatibile con i limiti imposti dalla normativa vigente (D.Lgs.152/2006). Gli impianti di depurazione convenzionali comportano costi realizzativi e gestionali spesso incompatibili con le risorse economiche delle piccole aziende in questione ed è per questo che si ritiene utile l’utilizzo di impianti di fitodepurazione come quelli che già sono stati realizzati, sempre nell’ambito del progetto TPCbIAS, nelle aziende agricole di Daniela Mezzasalma e di Angelo Gulino dislocate sul territorio ibleo.
Come sottolineato dal prof. Giuseppe Cirelli dell’Università di Catania, nel corso del suo intervento, con la fitodepurazione è possibile risolvere tante problematiche quali il rischio di lunghi periodi di fuori esercizio per guasti alle apparecchiature elettromeccaniche o gli elevati consumi energetici che si registrano con i tradizionali impianti di trattamento delle acque reflue presenti nei piccoli e medi insediamenti civili e agroindustriali. Il prof. Cirelli ha anche illustrato i vari sistemi realizzati come quello a flusso superficiale orizzontale che, ha detto, è “molto efficace nella rimozione della sostanza organica e dei SST ed è molto diffuso in Europa”, nonché i sistemi a flusso sub-superficiale verticale (V-SSF) che vanno alimentati in modo discontinuo. Sistemi importanti che “rivestono anche un ruolo ambientale di rinaturalizzazione” ha detto Cirelli, grazie al potere assorbente delle piante utilizzate che riescono non solo a contribuire alla depurazione dei reflui ma anche ad abbellire il paesaggio agrario.
Presente anche il prof. Mirco Milani dell’Università di Catania che ha illustrato ai presenti lo schema degli impianti di trattamento con le varie componenti come, per esempio, il degrassatore, la fossa imhoff, la vasca di equalizzazione, la vasca a flusso sub-superficiale verticale (V-SSF) ed il letto di fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale dimostrando alcuni casi reali. Impianti che, ha detto il prof. Milani, “rispondono bene, con un’efficienza di rimozione rilevata elevata”.
Il futuro, quindi, può e dovrà sempre più green e sostenibile anche nelle aziende lattiero-casearie di piccole dimensioni grazie alla fitodepurazione, una soluzione naturale capace di funzionare sempre nel tempo con pochissima manutenzione.
A cura di Gianna Bozzali
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